mercoledì 14 novembre 2012

Madeleines al semolino e fava tonka

Ho dovuto pasticciare con il blog per riuscire a prendere pieno possesso di questo spazio che tutto d’un tratto a smesso di collaborare (sig+sob+sgrunt) e, cancellare dei post che incomprensibilmente bloccavano la normale gestione, è stata l’unica cosa da fare dopo tanti tentativi meno drastici, ma inutili.
Non sono portata per la risoluzione di questo genere di inghippi, non ho nemmeno la pazienza di cercare di capire la natura del problema e, quindi, li supero ..evitandoli (e frignando, ovvio!) finché, bontà sua, l'intervento della dolce metà risulta salvifico!
Spero di ripristinarli presto e, con essi, tutti i preziosi commenti.
Pasticciando, ma in cucina questa volta!, ho preparato altre medeleines.
Che soddisfazione! Questi soffici bocconcini mignon sono un piccolo piacere..
Queste, dal sapore delicato e un po' retrò per via del semolino di grano duro nell'impasto e con una leggera nota profumata di fava tonka, sono le nostre preferite!
Il mio personale consiglio nel dosare la quantità di questa spezia è quello di procedere con parsimonia.
Buoni giorni..

 
 
 
Ingredienti:
 
- farina di grano semi integrale tipo 1: 80 gr
- semolino di grano duro: 80 gr
- farina di mandorle: 80 gr
- latte di soia: 170-180 gr
- olio di riso: 60 gr
- malto di riso: 30 gr
- miele millefiori: 70 gr (o malto di riso o sciroppo d’acero)
- scorza di limone bio grattugiata: un cucchiaino
- bicarbonato: 1 cucchiaino raso
- sale: un pizzico
- aceto di mele: un cucchiaino
- fava tonka grattugiata: una presa
 
Procedimento:
 
preriscaldare il forno a 200°C.
In una ciotola raccogliere gli ingredienti “asciutti”: la farina di grano, quella di semolino e quella di mandorle, il bicarbonato, il pizzico di sale, la fava tonka grattugiata e mescolare bene con un cucchiaio per distribuire tra loro gli ingredienti.
In un’altra ciotola raccogliere gli ingredienti "liquidi": il latte di soia, il miele, il malto, l’olio di riso e la scorza d’i limone grattugiata: miscelateli bene tra loro aiutandovi con una frusta.
Aggiungere gli ingredienti “liquidi” a quelli “asciutti” in una volta sola e mescolare con la frusta quanto basta per amalgamarli e fino ad ottenere un composto omogeneo.
Aggiungete alla fine l’aceto e date l’ultima breve mescolata.
Il composto non va assolutamente lavorato e deve risultare abbastanza liquido.
Distribuire il composto nell’apposito stampo da madeleines (oliato e infarinato) e riempire ogni formina per 2/3 con il composto.
Infornare e cuocere per 5 minuti. Poi abbassare la temperatura del forno a 180°C e proseguire la cottura per altri 5-6 minuti, fino a doratura.
Lasciare intiepidire per qualche minuto prima di sformarli.

 

mercoledì 26 settembre 2012

Zuppa di ceci (neri!) e bietole

..Gli affetti quando si esprimono avvolgono e scaldano come una soffice coperta.
Ed è proprio da questa manifestazione e da questo mio sentire che nasce questo post.
Da un dono genuino e felice; genuino e felice per la qualità del gesto e del contenuto del pacchetto che mi è stato recapitato e cioè, tra le altre, una confezione di ceci neri toscani biologici dell'azienda agricola Podere Pereto. Voglio dire.. non è che ti capita tutti i giorni di ricevere queste chicche introvabili in loco!
Non sapendo temporeggiare più di tanto per assaggiare questo varietà di legume, ho scovato questa ricetta che condivido all’istante per averla trovata gustosa e sfiziosa e per dare, magari, uno spunto anche a colei che mi ha coccolato con questo dono (un enormissimo e commosso grazie..)



Ingredienti (per 4 persone):

- ceci lessati: 400 gr (conservate 3-4 mestoli della loro acqua di cottura)
- bietole: 500 gr
- pomodori pelati: 300 gr
- filetti di acciuga: 4
- alloro: una foglia
- aglio: uno spicchio
- olio extravergine: 3-4 cucchiai
- sale
- paprica dolce
- rosmarino

Procedimento:

sbucciate l’aglio, privatelo dell’eventuale germoglio interno, tritatelo finemente con le acciughe e fatelo rosolare a fuoco dolce per un minuto in una casseruola con l’olio e l’alloro.
Unite i pelati spezzettati e fate cuocere per 10 minuti, poi aggiungete un po’ di paprica, salate e continuate la cottura per un minuto.
Aggiungere i ceci con la loro acqua e le bietole tagliate a pezzi e continuate la cottura per 15-20 minuti aromatizzando la zuppa con poco rosmarino fresco tritato (la ricetta originale non lo prevede, ma ci stà così bene..).
Potete accompagnarla con fette di pane tostate e sfregate, se vi piace, con uno spicchio di aglio tagliato a metà.

(Tratta da ‘Il libro dei Legumi’ - Donatella Nicolò - Ponte alle Grazie)

Buona continuazione :)

mercoledì 12 settembre 2012

Ginger and pear vegan muffins

C'è uno spazio temporale che talvolta separa il mio risveglio da quello della metà.
Paradossalmente è circoscritto nei fine settimana.
In questi giorni mi piace godermi le prime luci del mattino (che, diciamolo, non sono proprio le prime, ..ecco!) ed il silenzio del soggiorno ancora immerso nel torpore della notte senza dare troppa importanza alla colazione da preparare.
Per oziare in libertà, insomma, ..improvvisando magari un breve ma benefico risveglio muscolare con qualche asana, ..sfogliare una rivista senza troppa attenzione sulla poltrona a dondolo in vimini, ..osservare dal terrazzo il mondo che pian piano inizia a svegliarsi, ciascuno a modo suo, con abitudini, tempi e piaceri diversi rispetto alla routine del quotidiano.
In uno di questi frangenti, quando gioco d'anticipo con la sveglia, ho preparato questi strepitosi bocconcini..
Da rifare raddoppiando le dosi.





Ingredienti (circa 14 minimuffin, circa 4 normali):

- farina di farro integrale: 100 gr
- farina di mandorle: 30 gr
- latte di riso: 75 gr
- sciroppo d’acero: 50 gr
- olio di riso: 35 gr
- pere: 1
- noci pecan a pezzetti: 6
- bicarbonato: mezzo cucchiaino
- sale fino: un pizzico
- zenzero fresco grattugiato: 1 cucchiaino abbondante

Procedimento:

in una ciotola raccogliere gli ingredienti “asciutti”: la farina di farro e quella di mandorle, il bicarbonato, il pizzico di sale, le noci a pezzetti e mescolare bene con un cucchiaio per distribuire tra loro gli ingredienti.
In un’altra ciotola raccogliere gli ingredienti "liquidi": il latte di riso, lo sciroppo d’acero, l’olio di riso e lo zenzero grattugiato miscelateli bene tra loro aiutandovi con una frusta o una forchetta.
Sbucciare la pera e tagliarla a pezzettini.
Aggiungere gli ingredienti “liquidi” a quelli “asciutti” in una volta sola e mescolare (a mano) delicatamente con una spatola quanto basta per amalgamarli e fino ad ottenere un composto omogeneo.
Aggiungete alla fine la pera e date l’ultima breve mescolata.
Il composto non va assolutamente lavorato e deve risultare grumoso.
Versare il composto nei pirottini di carta (posti all’interno dell’apposita teglia o, come nel mio caso, negli stampini in alluminio) e riempirli per 2/3 con il composto.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per circa 15-18 minuti fino a quando saranno belli gonfi, verificando la cottura con uno stecchino.
Lasciare intiepidire per qualche minuto prima di sformarli.

Buona serata..

venerdì 7 settembre 2012

Schiacciata di lenticchie e carote con rucola e zenzero

Ho trovato stimolante negli ultimi mesi mettere in pratica alcune ricette che prevedono l’uso dei legumi tralasciando però quelle classiche della tradizione per dare spazio a piatti nuovi, con sapori diversi.
In vista di questo momento, la biblioteca è stata arricchita di nuovi libri e riviste, quindi, non potendo fare l’indifferente di fronte a questi acquisti ed al desiderio di innovazione, mi sono messa all’opera cercando di non dare troppo peso alla scusa che più aveva limitato l’inizio di questa esperienza: il tempo disponibile nel quotidiano e quello di cottura dei legumi.
Con un pò di organizzazione e soprattutto senza la pretesa del consumo immediato, sono riuscita a portare in tavola diverse cosette attraenti..
Questo tortino è una di queste, sicuramente più pratico rispetto alle altre, poiché le lenticchie rosse hanno il gran pregio di cucinarsi in minor tempo.
Ciononostante l’ho preparato in anticipo per godere del lusso di una prelibata pietanza da consumare con gusto e praticità nei miei pranzi solitari, ma non per questo da trascurare..
L’ho trovata squisita!

La ricetta è tratta dell’ultimo numero della rivista Valore Alimentare.




Ingredienti (per 4 persone):

- 250 gr lenticchie rosse
- 2 carote
- 1 zucchina
- 1 gambo di sedano
- 2 cucchiai di olive nere denocciolate (omesse)
- 2 cucchiai di olio extravergine
- 30 gr di zenzero fresco
- 1 spicchio d’aglio
- 1 mazzetto di rucola
- 1 foglia di alloro
- sale e pepe q.b.

Procedimento:

sciacquate le lenticchie rosse e ammollatele per 10 minuti.
Versatele in una pentola, copritele con acqua 1 cm sopra il loro livello, unite la foglia di alloro, lo spicchio d’aglio vestito, portate a bollore e cuocete coperto a fuoco lento per 20 minuti.
Nel frattempo mondate e tagliate le carote, la zucchina, il sedano e lo zenzero a piccoli dadini (io l’ho grattugiato).
Ungete con l’olio una padella e fate saltare la dadolata di verdure per 2-3 minuti (o più a lungo se le preferite più morbide).
Unite il sale e il pepe, il mazzetto di rucola tritata (le olive affettate, se le usate) e spegnete.
Mescolate le verdure alle lenticchie lessate e ben scolate e stendete il tutto in una teglia ricoperta di carta da forno.
Fate gratinare in forno.

Un buon week end..

martedì 28 agosto 2012

Frollini alle noci e sciroppo d’acero vegani

Ispirata da una richiesta ho realizzato questi biscotti.
Un impasto friabile a base di frutta secca con l’aggiunta di poca noce moscata grattugiata che enfatizza naturalmente l’aroma della noce.
Probabilmente l’unica difficoltà sta nel regolare questo quantitativo affinché non spicchi (io ho contato 10 grattatine e non si percepiva).
La prossima volta proverei a tostare leggermente le noci prima di tritarle ed osare di più con la dose della spezia per sentire l’effetto che fa; comunque anche così sono deliziosi!
Il resto dell’esecuzione è una passeggiata.
Ecco la mia ricetta..

 


Ingredienti:

- farina di grano semi integrale tipo 1: 100 gr
- farina di riso: 100 gr
- fiocchi d’avena: 50 gr
- gherigli di noci: 100 gr
- sciroppo d’acero: 100 gr
- olio di riso: 60 gr
- acqua: 4 cucchiai
- noce moscata: qualche grattugiatina
- cannella: la punta di un cucchiaino
- bicarbonato: 1 cucchiaino raso
- sale: un pizzico

Procedimento:

tritare con il tritatutto i gherigli delle noci assieme ai fiocchi d’avena fino a polverizzarli.
Raccoglierli in un contenitore assieme gli altri ingredienti asciutti (le farine, il bicarbonato, il sale, la cannella, qualche grattugiata di noce moscata) e mescolare.
Miscelare bene in un’altra ciotola lo sciroppo d’acero e l’olio; aggiungere poi i quattro cucchiai d’acqua e mischiare.
Versate questa miscela sugli ingredienti asciutti amalgamando l’impasto per bene con una spatola (gli ingredienti devono assorbirsi tra loro).
Infarinate il piano di lavoro, posizionateci l’impasto e lavoratelo brevemente, quel tanto che basta ad ottenere un panetto omogeneo, morbido ed elastico (se necessario aggiungete un po’ di acqua o farina, a seconda della consistenza).
Tirare con il matterello infarinato una sfoglia dello spessore di 1 cm circa, poi con una formina tagliate i biscotti.
Impastare i ritagli avanzati e formare altri biscotti fino ad esaurimento dell’impasto.
Sistemare i biscotti nella teglia e cuocerli nel forno caldo a 180° per 12-15 minuti o finché non saranno dorati (il tempo varia a seconda della dimensione dei biscotti).
Lasciateli intiepidire.




Buona giornata :)

lunedì 27 agosto 2012

Barbabietola rossa in insalata..

Azzardando si scoprono abbinamenti davvero interessanti.
Come questo!
Una piacevole combinazione di sapori e consistenze contrastanti:
..il morbido dei fagioli cannellini e della barbabietola rossa cotta a vapore e dal sapore caldo di terra controbilanciato dalle note rinfrescanti e acidule della mela che dona, altresì, insieme alle noci ed al sapido sedano, un contrasto croccante..
La rucola con il suo sapore pungente garantisce un perfetto accostamento.
Super buona!




Ingredienti:

- rucola
- fagioli cannellini lessi
- costa di sedano, privata dei filamenti ed affettata
- mela, a tocchetti
- barbabietola rossa lessata, a tocchetti
- gherigli di noce, spezzettati grossolanamente

Procedimento:

raccogliete in una insalatiera gli ingredienti e unite il condimento (olio e.v.o., aceto balsamico, sale, pepe a piacere).
Fine.

Buon inizio settimana :)

giovedì 23 agosto 2012

Muffins alle mandorle e mirtilli veg

Benché caldo, la Sissa non si fa scoraggiare dalle temperature.
Desiderosa di mettere le mani in pasta e di maneggiare stampi e pirottini, si predispone in una torrida notte d’agosto per preparare i dolcetti.
I gesti le sono noti: la ricerca delle ciotole non proprio a portata di mano visti gli spazi limitati, il recupero della sua prima spatola, regalo di un’amica, provata dagli anni ma insostituibile dalla ultima nuova arrivata in casa, degli ingredienti da tenere tutti a portata di mano prima che le dita si inzaccherino, i libri da consultare.
Esegue la ricetta nelle penombra per scongiurare l’arrivo di zanzare ed insetti che le stanno stretti perché la prendono inevitabilmente di mira e dopo suppergiù una decina di minuti si può dire soddisfatta del momento trascorso in rilassato raccoglimento nella sua cucina.
Ha sfornato dei vegan blueberry muffins e siccome deliziosi ne condivide qui la ricetta.




Ingredienti:

- farina di farro integrale: 180 gr
- farina di mandorle: 80 gr
- mandorle a scaglie: 25 gr
- latte di riso: 175 gr
- mirtilli: 125 gr
- sciroppo d’acero: 75 gr
- olio di riso: 4 cucchiai (circa 40 gr)
- bicarbonato: un cucchiaino raso
- sale fino: un pizzico
- cardamomo (o altra spezia a piacere)

Per la decorazione: mandorle a scaglie q.b.

Procedimento:

in una ciotola unire gli ingredienti “asciutti”: la farina di farro e quella di mandorle, le mandorle in scaglie, il bicarbonato, il pizzico di sale, il cardamomo e mescolare bene con un cucchiaio.
In un’altra ciotola raccogliere gli ingredienti "liquidi": il latte di riso, lo sciroppo d’acero, l’olio di riso e miscelateli bene tra loro aiutandovi con una frusta o con una forchetta.
Aggiungere gli ingredienti liquidi a quelli asciutti in una volta sola e mescolare (a mano) delicatamente con una spatola quanto basta per amalgamarli e fino ad ottenere un composto omogeneo.
L’impasto sarà piuttosto liquido, non va assolutamente lavorato più del necessario e deve risultare grumoso.
Unire i mirtilli ed amalgamare.
Versare il composto nei pirottini di carta (posti all’interno dell’apposita teglia) e riempirli per 2/3.
Decorare ciascun muffin con scaglie di mandorla.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per circa 20-25 minuti fino a quando saranno belli gonfi, verificando la cottura con uno stecchino.
Lasciare intiepidire per qualche minuto prima di sformarli.

Una buona giornata..

lunedì 20 agosto 2012

< Positive eating > Vellutata al pomodoro, arancia e menta

..Non so da chi ho ereditato questa curiosità e tendenza a provare accostamenti di ingredienti insoliti in cucina.
Non di certo dalla mia famiglia d’origine visto che mia mamma non è una donna incline ai cambiamenti e, pur cucinando con amore, i piatti proposti erano e sono sempre gli stessi e quelli tradizionali.
In questa domenica d’agosto, complice il bisogno di un pranzo leggero, abbiamo deciso di preparare, riproducendola, una di quelle soup of the day che tanto ci sono piaciute durante le nostre vacanze irlandesi: tomato, orange and fresh mint soup.
Una novità! ..Ovviamente.
Un abbinamento di ingredienti che se non l’avessi assaggiato e gustato con così tanto piacere probabilmente non avrei azzardato a proporlo!
In questa passatina la nota agrumata non deve assolutamente spiccare, ma dare profumo e carattere al retrogusto: badate, quindi, a non esagerare con la scorza d’arancia, ma procedete per gradi.
Vi stupirà!


Ingredienti:

- pomodori da conserva: circa 900 gr
- patata: 1
- cipolla bianca: uno spicchio
- sedano q.b.
- dado vegetale home made q.b.
- scorza di arancia grattugiata: più o meno un cucchiaino
- menta piperita: 4-5 foglie
- pepe e peperoncino q.b.
- olio e.v.o.

Procedimento:

riunite in una pentola i pomodori tagliati in quarti e privati dei semini, un pezzettino di costa di sedano tagliato a rondelle sottili, uno spicchio di cipolla tritata grossolanamente e la patata pelata e tagliata a tocchetti e versate un po’ d’acqua, badando al fatto che poi i pomodori ne rilasceranno in cottura.
Portate ad ebollizione, regolate la fiamma e lasciate cuocere per 20 minuti o fino a quando gli ortaggi diventano morbidi, aggiungendo poco dado vegetale.
Quando la vellutata sarà pronta, spegnete la fiamma, unite 4-5 foglioline di menta, un cucchiaino di scorza di arancia (biologica), pepe e peperoncino, 2 cucchiai di olio e.v.o.
Minipimerizzate il tutto fino ad ottenere una crema.
Aggiustate eventualmente la consistenza aggiungendo poca acqua oppure facendo asciugare il composto sul fuoco per qualche minuto.
Distribuire la vellutata nei piatti, completare con qualche foglia di mente fresca.

< la passata di pomodoro > è una fonte sicura di licopene (noto per la sua azione antiossidante, utile nel contrastare l'invecchiamento cellulare) rispetto al pomodoro fresco poiché l’assorbimento del licopene aumenta con l’aumentare della temperatura del cibo. L’aggiunga di olio al pomodoro cotto determina, inoltre, un aumento delle concentrazioni di licopene nel sangue rispetto al consumo di solo pomodoro.

Buona giornata :)

giovedì 16 agosto 2012

Burger di ceci e zucchine

A questo punto, ..alleggerita cioè nell’animo come una piuma dal rientro delle vacanze, lascio in corredo a questo spazio una preparazione che ho avuto finalmente modo di testare, grazie ad alcune manciate di tempo veramente libero per prove e sperimentazioni spensierate, partendo come spunto da una ricetta del mese di maggio di Cucina Naturale, rivista che ho pescato già aperta su sè stessa, in evidente stato di attesa, giusto alla pagina che mi interessava.
Questa mia prima esperienza di burger di legumi l’ho reputata un buon entusiasmante inizio..




Ingredienti:

- ceci cotti: 300 gr
- zucchine: 2
- pangrattato
- farina di ceci
- porro
- aglio
- semi di coriandolo, prezzemolo, sale e pepe..

Procedimento:

affettare finemente un pò di porro e tagliare le zucchine a julienne; sistemarli in una padella con un cucchiaio di olio e.v.o. e stufare per una decina di minuti a fuoco medio-basso.
Quando cotti, fare raffreddare.
Sistemare le zucchine stufate nel mixer insieme ai ceci, aggiungere due cucchiai di pangrattato e uno di farina di ceci, i semi di coriandolo, poco aglio tritato, prezzemolo, sale e pepe e frullare un attimo, tanto quanto basta a far amalgamare il tutto e spezzettare i ceci, senza ridurre in poltiglia.
Dovete ottenere un impasto morbido e compatto, se serve aggiungere altra farina di ceci o pangrattato.
Preparare i burger usando l’apposito stampo o formare delle polpette passandole successivamente nel pangrattato e scaldarli in forno già caldo a 180° per 10/15 minuti o in una padella calda.

Buona giornata!

mercoledì 4 luglio 2012

Insalata di pane al melone

Tornare a casa e riuscire ad imbastire un pasto veloce, leggero e gustoso ed un tantinello sfizioso mi da un pò di soddisfazione (e tregua!).
Non che il forno abbia smesso di funzionare (guaiii!), ..non manca nemmeno la voglia di sperimentare ricettine nuove (..ah, sapeste!!), ..è che un asso nella manica in certe giornate come queste ultime quì (voi-sapete-di-che-temperature-parlo-veroo?) giova!
Eccome se giova!
E, quindi, ho preso gusto a preparare le insalate di pane che danno quella marcia in più data dal pane tostato che si amalgama con il resto degli ingredienti e si impregna di condimento, specie se le lasciate riposare un pochino una volta mescolate.
In questa, per esempio il melone maturo aveva rilasciato sul fondo della ciotola la sua dolce acqua di vegetazione ed il pane si era inzuppato di buono!!!
Ricomponiamoci:
prendete del buon pane integrale, tagliatelo a fette e poi a tocchetti e tostatelo in forno a 200° C per qualche minuto, poi conditelo con olio extravergine di oliva.
Mettete il pane in una ciotola capiente ed aggiungete: abbondante ruchetta, mezzo melone a tocchetti, un pò di cipolla di Tropea ed un ravanello affettati finemente, qualche pomodorino secco sotto’olio.
Condite l’insalata di pane con olio extravergine di oliva e pepe, mescolare e servire!



A presto :)

martedì 5 giugno 2012

Torta alle mandorle e ciliegie veg


Kit (autogestito) per un beato risveglio la domenica mattina:




Ingredienti (per la torta):

- farina di riso: 130 gr
- farina integrale: 120 gr
- farina di mandorle: 100 gr
- mandorle (a scaglie): 50 gr
- latte di riso (o soia): 200 ml
- succo di arancia: 100 ml
- succo di un limone
- sciroppo d’acero: 130 gr (oppure zucchero di canna integrale: 100 gr)
- olio di semi (oppure di riso): 7 cucchiai (circa 50 gr)
- lievito in polvere: un cucchiaino (oppure una bustina per una ciambella)
- sale fino: un pizzico
- ciliegie: circa 20

Procedimento:

lavare e snocciolare le ciliegie.
In una ciotola raccogliere gli ingredienti “asciutti”: le farine, il lievito, il pizzico di sale e mescolare bene con un cucchiaio per distribuire tra loro gli ingredienti.
In un’altra ciotola raccogliere gli ingredienti "liquidi": il latte di riso, lo sciroppo d’acero, l’olio, il succo d’arancia e quello di limone e miscelateli bene tra loro aiutandovi con una frusta o una forchetta.
Aggiungere gli ingredienti “liquidi” a quelli “asciutti” in una volta sola e mescolare (a mano) delicatamente con una spatola quanto basta per amalgamarli tra loro, fino al completo assorbimento delle farine.
Se l’impasto vi sembra troppo sostenuto aggiungere un po’ di latte di riso.
Il composto non va assolutamente lavorato più del necessario.
Versare il composto in uno stampo da forno leggermente oliato ed infarinato.
Aggiungere le ciliegie disponendole a cerchi e premendole un po’.
Cospargere la superficie di mandorle in scaglie.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per circa 35-40 minuti verificando la cottura con uno stecchino.
Lasciare intiepidire prima di sformarle la torta.
 
La ricetta è tratta dall’ultimo libro di Marco Bianchi che però trattava la preparazione di una ciambella (se la preferite: una bustina di lievito) senza ciliegie nell’impasto.

La torta, fatta così, è più compatta, ma, comunque, buona e delicata.




Buon proseguimento..




lunedì 4 giugno 2012

Yogurt di soia home made

Ammetto di aver lasciato un post in sospeso, quello dello yogurt di soia fatto in casa.
Nel frattempo, mentre cioè cercavo di dare un ordine sensato e chiaro agli appunti, la pratica si è consolidata diventando un’abitudine di casa, con gesti, tempi e modalità integrate serenamente nel quotidiano.
Il giochino è molto molto semplice, ..banale, ..veloce, ..piacevole. E soprattutto soddisfacente! Sensazione che non può che far bene a noi stessi e, quindi, secondo me, vale la pena provare anche per constatare come lo yogurt di soia acquistato contenga molti più ingredienti rispetto a quelli che servono e che si utilizzano preparandolo home made.
Basta dare un occhiata alle etichette per capire quante cose inutili contiene.
Il suo grado di dolcificazione è, inoltre, del tutto soggettivo e personalizzabile e per questo è diventato un gesto cosciente che, col tempo, sicuramente si adatterà ulteriormente.
Per ora lo yogurt viene aromatizzato con qualche cucchiaino di miele o di una marmellata fatta in casa di fragole o, per cambiare sapore, altre acquistate, ma consapevoli senza l’aggiunta di pectine o zuccheri artificiali proprio nel rispetto di quello che è, e vuole essere, un prodotto naturale.
Per cimentarmi nel modo più pratico mi sono procurata una yogurtiera, ma nulla vieta di ricorrere ad una tecnica più casalinga la cui spiegazione la trovate qui.
La yogurtiera (ne abbiamo presa una anonima ed economica) non costa tanto e tale spesa è stata, di fatto, ammortizzata con ciò che abbiamo risparmiato dall’acquisto dello yogurt.
Ecco il procedimento che ho adottato: chiarimenti, suggerimenti, consigli e confronti sono ben graditi..




Ingredienti:

- un litro di latte di soia al naturale (preparato cioè con acqua e semi interi di soia, senza zucchero aggiunto – es. quello della Sojade - soya drink natural)
- un vasetto da 125 gr di yogurt di soia al naturale

Procedimento:

la prima cosa da fare è togliere dal frigorifero lo yogurt di soia (starter) qualche ora prima del suo utilizzo, il tempo necessario per farlo arrivare a temperatura ambiente.
Lo stesso discorso vale per il latte di soia se avete il cartone già aperto e lo conservate in frigorifero.
Se i batteri subiscono uno choc termico, moriranno e non potranno più lavorare.
Fattore importante per ottenere uno yogurt compatto e cremoso è la scelta del latte di soia; controllare, prima di acquistarlo, il contenuto delle proteine: più alto è questo indice, migliore sarà la sua densità.
Quello dello Sojade, per esempio, contiene 3,8 gr di proteine per 100 ml.
Indici inferiori ne compromettono questo aspetto (ma potete usarne anche con uno che ne contiene 3,7 gr/100 ml).
Escludere, inoltre, a priori qualunque latte zuccherato o aromatizzato se optate per un prodotto finale naturale.
Quando il latte e lo yogurt avranno raggiunto la stessa temperatura ambiente, versare il contenuto dello yogurt di soia in un recipiente (uso una caraffa graduata di vetro) ed aggiungere qualche cucchiaio di latte miscelando con un cucchiaio pulito e cercando di togliere i grumi.
Aggiungere man mano il resto del latte mescolando bene e continuare a versare dolcemente e mescolare anche con movimenti dal basso verso l’alto: i due ingredienti devono amalgamarsi tra loro.
Distribuire, quindi, il liquido versandolo nei vasetti di vetro (ben puliti e asciutti) dati in dotazione, fino a ½ cm dall’orlo e chiuderli coi coperchi, posizionarli nella yogurtiera, impostare il timer per 8 ore e lasciateli lì, assolutamente senza muoverli, fino allo scadere del tempo programmato.
Dopo le otto ore prelevare i vasetti di yogurt che saranno visibilmente belli sodi e metterli in frigorifero per circa 8 ore a raffreddare e per interrompere la fermentazione che renderebbe lo yogurt più acido.
Prima di consumare, scolare la condensa che si sarà formata sulla superficie dello yogurt.
D’ora in poi utilizzerete un vasetto di yogurt casalingo come starter per preparare la vostra scorta settimanale, ricordando di lasciarne sempre uno come madre.
Lo yogurt casalingo si conserva per almeno una settimana.

E’ tutto!

Buona settimana :)

martedì 15 maggio 2012

Torta rovesciata al cacao, fragole, Fleur de Sel (veg)

Una domenica adagio.
Dai ritmi scanzonati come quelli dettati dall'atmosfera delle vacanze.
Una domenica mattina senz'oro in bocca ed una ritirata dall’orario ribelle.
Raggomitolata sopra il copriletto al fianco della Metà in un intreccio di gambe durante una siesta improvvisata dopo pranzo in attesa della pioggia che non è arrivata (peccato!), riflettevo sull'evoluzione della specie: nello specifico, di quella del muffin al cacao del post precedente.
E, quindi, in quel pigro frangente, liberamente interpretando spunti e ricette adocchiate e raccontate di recente da Wennycara, ho realizzato, come un fulmine a ciel sereno, l'idea e, successivamente, imbastito questa torta succosa e golosa usando come base l’impasto del muffin.
Man mano che leggerete la ricetta, intuirete come il sughetto rilasciato dalle fragole durante la cottura in forno miscelato con lo sciroppo d’acero, faccia capolino sulla torta al momento del suo capovolgimento, imbevendone, durante il raffreddamento, la superficie.
Il cioccolato fondente tagliato grossolanamente a coltello ne enfatizzerà il sapore mentre il Fleur de Sel darà, all’insieme, un carattere sbarazzino.
Inutile dire quanto ci è piaciuta..




Ingredienti:

- farina semi integrale tipo 1: 200 gr
- latte di riso: 140 gr
- sciroppo d’acero: 60 gr
- malto di riso (oppure malto di altro cereale): 50 gr
- olio di semi: 50 gr
- cacao amaro in polvere: 6 cucchiaini (circa 20 gr)
- cioccolato fondente: 50 gr
- aceto di mele: 1 cucchiaino
- bicarbonato: un cucchiaino raso
- Fleur de Sel à la Vanille: ¼ di cucchiaino (v. quantitativo nella foto)
- cardamomo in polvere (o altre spezie a piacere): mezzo cucchiaino

per la copertura:
- sciroppo d’acero: 30 gr
- fragole: q.b.

Procedimento:

tagliare le fragole a metà.
Rivestire uno stampo a cerniera tondo del diametro di 19 cm circa con carta da forno e distribuire in modo omogeneo 30 gr di sciroppo d’acero.
Disponetevi sopra le fette di fragola con la parte tagliata verso il basso, dapprima lungo la circonferenza, poi nel centro ricoprendo tutta la superficie della tortiera.
In una ciotola unire gli ingredienti “asciutti”: la farina, il cacao, il bicarbonato, il Fleur de Sel, il cioccolato fondente tagliato a scaglie, il cardamomo e mescolare bene con un cucchiaio.
In un’altra ciotola raccogliere gli ingredienti "liquidi": il latte di riso, lo sciroppo d’acero, il malto di riso, l’olio di semi, l‘aceto e miscelateli bene tra loro aiutandovi con una frusta o con una forchetta.
Aggiungere gli ingredienti liquidi a quelli asciutti in una volta sola e mescolare (a mano) delicatamente con una spatola quanto basta per amalgamarli e fino ad ottenere un composto omogeneo.
L’impasto non va assolutamente lavorato più del necessario e deve risultare grumoso.
Versate il composto nella tortiera andando a coprire in maniera uniforme le fragole, livellate bene la superficie con la spatola e cuocere in forno preriscaldato, nella parte inferiore, a 180° per 35-40 minuti, verificando la cottura con uno stecchino.
Lasciate riposare il dolce per 5 minuti all'interno della tortiera prima di capovolgerlo su di un piatto.
Togliete con cura la carta forno, fate raffreddare completamente e servite.

Buona giornata :)

venerdì 11 maggio 2012

Muffin al cacao veg

Guardare lievitare nel forno caldo l’impasto del muffin appena preparato in una bella cupoletta tondeggiante e giusto un po’ crepata, è una cosa che mi da un’enorme soddisfazione e la consapevolezza dell’assenza di lievito chimico nell’impasto rende ancor più speciale questo momento.
Dedicarmi alla preparazione di questi dolci vegani, col tempo, è diventato un diletto più sereno, certo è che anche la cottura è una parte altrettanto importante delle semplici fasi che la compongono, cosa che seguo sempre con una certa meticolosità.
Un dolcetto, quindi, per nulla spocchioso (ma personalizzabile!), semplice, essenziale e morbido nonostante l’assenza di ingredienti (ad esempio le uova) che la maggiorparte ritiene indispensabili per conferire sofficità all’impasto.
Un dolcetto da infilare in borsa per una merendina golosa ma che non appesantisce, da regalare confezionato con garbo come intimo gesto di simpatia o gratitudine, per sorprendere la famiglia con una coccola mattutina, per salutare con affetto ed accogliere chi rientra da una vacanza e da un lungo viaggio.. (ben tornata Sara..)




Ingredienti:

- farina semi integrale tipo 1: 200 gr
- latte di riso: 150 gr
- sciroppo d’acero: 60 gr
- malto di riso (oppure malto di altro cereale): 50 gr
- olio di semi: 50 gr
- cacao amaro in polvere: 6 cucchiaini (circa 20 gr)
- aceto di mele: 1 cucchiaino
- bicarbonato: un cucchiaino raso
- sale fino: un pizzico
- zenzero fresco grattugiato (o altre spezie a piacere)

Procedimento:

in una ciotola unire gli ingredienti “asciutti”: la farina, il cacao, il bicarbonato, il pizzico di sale e mescolare bene con un cucchiaio.
In un’altra ciotola raccogliere gli ingredienti "liquidi": il latte di riso, lo sciroppo d’acero, il malto di riso, l’olio di semi, l‘aceto e lo zenzero grattugiato e miscelateli bene tra loro aiutandovi con una frusta o con una forchetta.
Aggiungere gli ingredienti liquidi a quelli asciutti in una volta sola e mescolare (a mano) delicatamente con una spatola quanto basta per amalgamarli e fino ad ottenere un composto omogeneo.
L’impasto sarà piuttosto liquido, non va assolutamente lavorato più del necessario e deve risultare grumoso.
Versare il composto nei pirottini di carta (posti all’interno dell’apposita teglia) e riempirli per 2/3.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per circa 20-25 minuti fino a quando saranno belli gonfi, verificando la cottura con uno stecchino.
Lasciare intiepidire per qualche minuto prima di sformarli.

Piesse: questo impasto è poco dolce; consiglio di aumentare un pochino le dosi di dolcificante per chi non è abituato a sapori così discreti.

Ricetta tratta dal libro ‘La cucina etica dolce’.

Altra versione, qui.
 
Buon fine settimana..

martedì 8 maggio 2012

< Positive living > L’autopruduzione..

:: La "parabola" dello yogurt di Maurizio Pallante ::

Lo yogurt prodotto industrialmente e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori percorre da 1.200 a 1.500 chilometri, costa 5 euro al litro, viene confezionato al 95 per cento in vasetti di plastica quasi tutti monouso, raggruppati in imballaggi di cartoncino, subisce trattamenti di conservazione che spesso non lasciano sopravvivere i batteri da cui è stato formato.

Lo yogurt autoprodotto facendo fermentare il latte con opportune colonie batteriche non deve essere trasportato, non richiede confezioni e imballaggi, costa il prezzo del latte, non ha conservanti ed è ricchissimo di batteri.

Lo yogurt autoprodotto è pertanto di qualità superiore rispetto a quello prodotto industrialmente, costa molto di meno, contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 perché non comporta consumi di fonti fossili per il trasporto e per la produzione dei contenitori usa e getta, non produce rifiuti.

Tuttavia questa scelta, che migliora la qualità della vita di chi la compie e non genera impatti ambientali, comporta un decremento del prodotto interno lordo: sia perché lo yogurt autoprodotto non passa attraverso la mediazione del denaro, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché non richiede consumi di carburante; quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché non richiede confezioni e imballaggi, quindi fa diminuire la domanda di merci; sia perché fa diminuire i costi di smaltimento dei rifiuti.

Ciò disturba i ministri delle finanze perché riduce il gettito dell’IVA e delle accise sui carburanti; i ministri dell’ambiente perché di conseguenza si riducono gli stanziamenti dei loro bilanci e non possono più sovvenzionare le fonti energetiche alternative nell’ottica dello «sviluppo sostenibile»; i sindaci, i presidenti di regione e di provincia perché non possono più distribuire ai loro elettori i contributi statali per le fonti alternative; le aziende municipalizzate e i consorzi di gestione rifiuti perché diminuiscono gli introiti delle discariche e degli inceneritori; i gestori di reti di teleriscaldamento alimentate da inceneritori, perché devono rimpiazzare la carenza di combustibile derivante da rifiuti (che ritirano a pagamento) con gasolio (che devono comprare).

Ma non è tutto.

Facendo diminuire la domanda di vasetti di plastica e di imballaggi in cartoncino, l’autoproduzione dello yogurt fa diminuire ulteriormente la domanda di petrolio. Sia quello che serve per produrre la plastica (due chili di petrolio per chilo di plastica), sia quello che serve per il carburante necessario a trasportare vasetti e imballaggi dalle fabbriche in cui vengono prodotti alle fabbriche in cui viene prodotto industrialmente lo yogurt. Comporta quindi una ulteriore diminuzione delle emissioni di CO2 e del prodotto interno lordo.

Ciò disturba una seconda volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Ma non è tutto.

I fermenti lattici contenuti nello yogurt fresco autoprodotto arricchiscono la flora batterica intestinale e fanno evacuare meglio. Le persone affette da stitichezza possono iniziare la loro giornata leggeri come libellule. Pertanto la qualità della loro vita migliora e il loro reddito ne ha un ulteriore beneficio, perché non devono più comprare purganti. Ma ciò comporta una diminuzione della domanda di merci e del prodotto interno lordo. Anche i purganti prodotti industrialmente e acquistati attraverso i circuiti commerciali, per arrivare nelle case dei consumatori percorrono migliaia di chilometri. La diminuzione della loro domanda comporta dunque anche una ulteriore diminuzione dei consumi di carburante e un ulteriore decremento del prodotto interno lordo.

Ciò disturba una terza volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Ma non è tutto.

La diminuzione della domanda di yogurt, di vasetti di plastica e di imballaggi in cartoncino, di purganti e della quantità di rifiuti, comporta una riduzione della circolazione degli autotreni che li trasportano e, quindi, una maggiore fluidità del traffico stradale e autostradale. Gli altri autoveicoli possono circolare più velocemente e si riducono gli intasamenti. Di conseguenza migliora la qualità della vita. Ma diminuiscono anche i consumi di carburante e si riduce il prodotto interno lordo.

Ciò disturba una quarta volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Ma non è tutto.

La diminuzione dei camion circolanti su strade e autostrade diminuisce statisticamente i rischi d’incidenti. Questo ulteriore miglioramento della qualità della vita indotto dalla sostituzione dello yogurt prodotto industrialmente con yogurt autoprodotto, comporta una ulteriore diminuzione del prodotto interno lordo, facendo diminuire sia le spese ospedaliere, farmaceutiche e mortuarie, sia le spese per le riparazioni degli autoveicoli incidentati e gli acquisti di autoveicoli nuovi in sostituzione di quelli non più riparabili.

Ciò disturba una quinta volta i ministri delle finanze e dell’ambiente, i sindaci, i presidenti di regione e di provincia per le ragioni già dette.

Il Movimento per la Decrescita Felice si propone di promuovere la più ampia sostituzione possibile delle merci prodotte industrialmente ed acquistate nei circuiti commerciali con l’autoproduzione di beni. In questa scelta, che comporta una diminuzione del prodotto interno lordo, individua la possibilità di straordinari miglioramenti della vita individuale e collettiva, delle condizioni ambientali e delle relazioni tra i popoli, gli Stati e le culture.

La sua prospettiva è opposta a quella del cosiddetto «sviluppo sostenibile», che continua a ritenere positivo il meccanismo della crescita economica come fattore di benessere, limitandosi a proporre di correggerlo con l’introduzione di tecnologie meno inquinanti e auspicando una sua estensione, con queste correzioni, ai popoli che non a caso vengono definiti «sottosviluppati».

Nel settore cruciale dell’energia, lo «sviluppo sostenibile», a partire dalla valutazione che le fonti fossili non sono più in grado di sostenere una crescita durevole e una sua estensione a livello planetario, ne propone la sostituzione con fonti alternative. Il Movimento per la Decrescita Felice ritiene invece che questa sostituzione debba avvenire nell’ambito di una riduzione dei consumi energetici, da perseguire sia con l’eliminazione di sprechi, inefficienze e usi impropri, sia con l’eliminazione dei consumi indotti da un’organizzazione economica e produttiva finalizzata alla sostituzione dell’autoproduzione di beni con la produzione e la commercializzazione di merci.

Questa prospettiva comporta che nei paesi industrializzati si riscoprano e si valorizzino stili di vita del passato, irresponsabilmente abbandonati in nome di una malintesa concezione del progresso, mentre invece hanno prospettive di futuro più ampie degli stili di vita moderni che li hanno sostituiti, non solo nei settori tradizionali dei bisogni primari, ma anche in alcuni settori tecnologicamente avanzati e cruciali per il futuro dell’umanità, come quello energetico, dove la maggiore efficienza e il minor impatto ambientale si ottengono con impianti di autoproduzione collegati in rete per scambiare le eccedenze.

Nei paesi lasciati in stato di indigenza dalla rapina delle risorse che sono state necessarie alla crescita economica dei paesi industrializzati, un reale e duraturo miglioramento della qualità della vita non potrà esserci riproducendo il modello dei paesi industrializzati, ma solo con una crescita dei consumi che non comporti una progressiva sostituzione dei beni autoprodotti con merci prodotte industrialmente e acquistate. Una più equa redistribuzione delle risorse a livello mondiale non si potrà avere se la crescita del benessere di questi popoli avverrà sotto la forma crescita del prodotto interno lordo, nemmeno se fosse temperata dai correttivi ecologici dello «sviluppo sostenibile». Che del resto è un lusso perseguibile solo da chi ha già avuto più del necessario da uno sviluppo senza aggettivi.

Per aderire al movimento è sufficiente
- autoprodurre lo yogurt o qualsiasi altro bene primario: la passata di pomodoro, la marmellata, il pane, il succo di frutta, le torte, l’energia termica e l’energia elettrica, oggetti e utensili, le manutenzioni ordinarie;
- fornire i servizi alla persona che in genere vengono delegati a pagamento: assistenza dei figli nei primi anni d’età, degli anziani e dei disabili, dei malati e dei morenti.

L’autoproduzione sistematica di un bene o lo svolgimento di un servizio costituisce il primo grado del primo livello di adesione. I livelli successivi del primo grado sono commisurati al numero dei beni autoprodotti e dei servizi alla persona erogati. L’autoproduzione energetica vale il doppio.

Il secondo grado di adesione è costituito dall’autoproduzione di tutta la filiera di un bene: dal latte allo yogurt; dal grano al pane, dalla frutta alla marmellata, dai pomodori alla passata, dalla gestione del bosco al riscaldamento. Anche nel secondo grado i livelli sono commisurati al numero dei beni autoprodotti e la filiera energetica vale il doppio.

La sede del Movimento per la Decrescita Felice viene stabilita presso….. (preferibilmente un’azienda agricola, o un laboratorio artigianale, o un servizio autogestito, o una cooperativa di autoproduzione, una bottega del commercio equo e solidale, ecc.).

Lo yogurt prodotto industrialmente e acquistato attraverso i circuiti commerciali, per arrivare sulla tavola dei consumatori percorre da 1.200 a 1.500 chilometri, costa 5 euro al litro, viene confezionato al 95 per cento in vasetti di plastica quasi tutti monouso, raggruppati in imballaggi di cartoncino, subisce trattamenti di conservazione che spesso non lasciano sopravvivere i batteri da cui è stato formato.

(sett. 2004)



A fronte e sostegno di questo pensiero, la Sissa compie un altro piccolo ma significativo passo e, nel farlo, si arricchisce di una nuova esperienza nell’autoproduzione, un percorso che le sta dando inimmaginabili consapevolezze, conoscenze e molte soddisfazioni!
Si è presa, dunque, la briga di studiare il procedimento per preparare lo yogurt di soia, provarne varianti, giocare con gli ingredienti, degustare i risultati e scegliere, a paragone di gusto, consistenza e praticità di esecuzione, il metodo da seguire.

Presto il racconto..

Buonissima giornata :)